Prendiamo spunto dall’interrogazione del consigliere Ancarani per porre una riflessione sullo stato delle edicole, situazione che l’avvocato ha ben delineato sottolineando le pesanti difficoltà che rendono la professione di edicolante complessa e molte volte insostenibile, stritolata fra i prezzi imposti dagli editori ed i cambiamenti radicali nel mondo nell’informazione.
Il focus è sul degrado generato dai manufatti lasciati abbandonati, ma l’altra faccia delle medaglia è la mancanza di politiche di integrazione merceologica che stanno condannando il settore a vivere una condizione di mercato vecchia di decenni.
Politiche di programmazione che sono in capo alla Regione ed al Governo, e su cui l’Emilia-Romagna si dimostra purtroppo arretrata rispetto ad altre amministrazioni regionali dove alle edicole è stato permesso di diventare hub multiservizi, in alcuni casi anche di somministrare cibi e bevande.
Siamo infatti certi che i chioschi edicola siano un presidio importante per i centri del forese come per la città, per il centro storico così come per le periferie: perché possano continuare a svolgere l’importante ruolo a garanzia dell’art. 21 della Costituzione, e quindi contribuire alla diffusione dell’informazione, è però necessario un cambiamento urgente e radicale nella loro funzione, che non può più essere relegata all’esclusiva diffusione di quotidiani e periodici, immaginandone un futuro dove siano elemento di servizio e valorizzazione del tessuto urbano e sociale in cui sorgono.
Invitiamo pertanto le Amministrazioni locali a sollecitare a Regione e Governo interventi urgenti di innovazione normativa, funzionali non solo ad arginare un degrado fisico, che potrebbe finalmente farsi occasione di rilancio, ma anche imprenditoriale e di accesso all’informazione.
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